Il progetto Syncope si è concluso. Nella sezione Documenti trovate le gallerie fotografiche dei concerti e delle performance con cui abbiamo dato vita a questa rassegna. Per essere connessi alle nostre attività: www.istitutosvizzero.it

Sebastiano Forti (IT): Nasce a Firenze nel 1965. Artista eclettico, suona tutta la gamma dei sassofoni, il clarinetto, recita e canta. Comincia il suo percorso di studi col padre, musicista e musicologo, e si perfeziona allo IALS seguendo corsi di sassofono, voce, armonia, arrangiamento e big band. Attualmente frequenta il corso di Canto jazz presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma. La sua formazione comprende corsi di danza, mimo, attore comico e clown. Da oltre venticinque anni si esibisce su palchi italiani e esteri realizzando più di duemila concerti in festival, rassegne e premi, collezionando apparizioni televisive, radiofoniche e teatrali. Ha pubblicato quattordici album in cui è anche compositore e arrangiatore, e almeno altri venti dischi come collaboratore, direttore artistico, solista, cantante e turnista. Tiene regolarmente conferenze e corsi di sassofono, clarinetto, solfeggio, coro gospel e musica d’insieme, oltre a corsi innovativi come ear training, musica in culla e musica in fasce.

PROGRAMMA: Improvvisazione.

Giacomo Serino (IT): Nasce nel 1999 a Roma e inizia i suoi studi musicali a Priverno con Ilario Polidoro e Ildo Masi. Si iscrive ai corsi di Tromba Jazz al Conservatorio di Frosinone, studiando con Aldo Bassi e Marco Tiso. Nel 2012 fonda con alcuni giovani musicisti locali la jazz band The Blues’ Sons. Dal 2011 suona nel complesso bandistico Città di Priverno, partecipando alle processioni tradizionali e a vari concerti (Isola Liri, Città del Vaticano, Artena, Biella). È prima tromba dell’Orchestra Carlo Cicala con cui vince il secondo premio al concorso nazionale per orchestre giovanili di Campobasso (2013) e il primo premio al concorso nazionale di Arpino (2012). È membro dell’Orchestra dei Fiati Giovanile del Lazio. Nel luglio 2011 suona come tromba solista nello spettacolo Petit Prince realizzato negli ateliers del Festival Musica sull’Acqua di Colico (Como).

PROGRAMMA: Improvvisazione.

Controchiave Guitar Ensemble: E’ un progetto fondato e diretto da Marco Cecilia, autore e compositore SIAE e docente. Il progetto è nato nel 1999 col nome di Orchestra di chitarre Controchiave, composto inizialmente da più di 20 chitarristi, per poi approdare alla attuale formula di quintetto che vede Marco Cecilia e Giovanni Mascherucci alle chitarre elettroacustiche, Guglielmo Oria alla chitarra elettrica e chitarra baritono, Cesare Costantino e Nicola Nosengo alle chitarre classiche e baritono. Il repertorio è vario e include brani originali e rielaborazioni di composizioni scelte tra diversi ambiti musicali apparentemente lontani l’uno dall’altro, che affiancano Bach ad Astor Piazzolla, i Queen a Dave Brubeck e Pat Metheny ai Jethro Tull. Il gruppo conta molteplici esibizioni in locali o rassegne, per lo più dell’area romana, come la giornata della musica 2008, presso l’Auditorium Parco della Musica, le edizioni 2002, 2004, 2008 e 2011 della Festa per la Cultura e Invito alla lettura 2012 presso la Biblioteca comunale P. P. Pasolini.

Marco Cecilia compie gli studi classici con Francesco Taranto e approfondisce il linguaggio moderno con Fabio Zeppetella e Enrico Bracco, frequentando seminari con Frank Gambale, Tommy Emmanuel, Robben Ford, Scott Henderson, Europa String Choir (studio del New Standard Tuning di Robert Fripp) e altri. Autore e compositore SIAE, docente presso numerose scuole, ha pubblicato per la casa editrice Erom partiture e il testo didattico “Strumenti per il chitarrista”.

PROGRAMMA: Marco Cecilia, Suite dei quattro elementi – L’ Acqua, Il Fuoco, L’Aria, La Terra.

Orchestra Papillon: nasce nel gennaio del 2005 dal desiderio di riunire e rafforzare le diverse esperienze d’insegnamento dei musicisti Simone Genuini, direttore d’orchestra e pianista, Roberto Nobilio, clarinettista e pianista, Valeria Bosso, violinista, Gabriella Pasini, violoncellista. Il gruppo orchestrale affianca agli allievi più avanzati anche i bambini ai primi mesi di studio, e da un iniziale organico di quindici elementi si è arrivati all’attuale di settanta orchestrali e dieci docenti, tra fondatori e ospiti. Molte le attività a scopo benefico intraprese fra cui vi è il concerto che tutti gli anni l’orchestra tiene l’8 novembre in favore di ASM (Associazione Studio Malformazioni), dedicato alla piccola Margherita Nobilio vissuta solamente sedici giorni a causa di una grave malformazione cardiaca. Fra le varie numerose partecipazioni si ricorda quella del 2011 al Festival di Salisburgo Cantus Salisburgensis, nell’ambito del quale l’orchestra si è esibita presso il Mozarteum, i Giardini Mirabell e il Duomo di Salisburgo. I docenti preparatori dell’orchestra sono Valeria Bosso, Stefania Cassano, Roberto Nobilio, Gabriella Pasini.

I componenti dell’Orchestra Papillon – Gruppo Giovanissimi sono:
VIOLINI: Beatrice Nobilio,Tommaso Filippo Cucciardi, Daniele Campanella, Niccolò Ruggero, Aurora Barbagallo, Sophia Jasmin Khalifa, Pietro Giardina, Maria Vittoria Iannucci, Anna Chiara Capogni, Andrea Fazio, Alessia Marchetti;
VIOLONCELLI: Chiara Marchetti, Simone Ruggero, Lorenzo Nobilio, Eleonora Genuini;
PIANOFORTI: Jacopo Arsì, Michela Di Caprio;
FLAUTI: Giorgia Di Antonio, Lizette Ferracchiato, Chiara Crinò;
CLARINETTO: Marcello Danza, Matteo Crinò;
RULLANTE: Luca Pomponi;
TAMBURELLI: Isabella Beatrice Cucciardi;
CHITARRA: Damiano Chiodo;

DIRETTORE D’ORCHESTRA: Aurelio Ruggero
Si diploma in clarinetto presso il Conservatorio Francesco Cilea di Reggio Calabria. Vincitore dei concorsi internazionali Città di Capri e Città di Moncalieri, vanta un’intensa attività concertistica sia in Italia che all’estero. Fra le varie partecipazioni si ricordano i Concerti del Quirinale, il Festival del jazz di Roccella J., il Mozarteum Argentino e di Salisburgo, e tournée in Cile, Uruguay, Argentina, Grecia, Portogallo, Austria, Ungheria, Lituania e Turchia. È stato ospite di programmi radiotelevisivi per la Rai, Radio Vaticana, televisione Argentina, Cilena, Greca e Lituana. Titolare dal 2004 della cattedra di musica presso l’Ospedale Bambino Gesù di Palidoro e il Policlinico Umberto I di Roma, dove ha ideato e realizzato il progetto terapeutico “Uno dei fiati”, in collaborazione con la Clinica Regionale del Lazio di Fibrosi Cistica.

PROGRAMMA: Tradizionale irlandese, The wind that shakes the barley; Georg Friedrich Haendel, Minuetto, da Water Music; Camille Saint-Saëns, Tartarughe, dal Carnevale degli animali; Klaus Badelt, I Pirati dei Caraibi.

Peace Choir: è una formazione vocale che si è esibita in questi ultimi cinque anni in concerti con finalità umanitarie, raccogliendo fondi destinati ad associazioni ONLUS. Il repertorio è principalmente gospel, ma non mancano composizioni diverse e originali. Il coro è diretto da Sebastiano Forti ed è composto da un minimo di otto a un massimo di dodici cantanti, e completato nella formazione originale dalla ritmica composta da Santo Tringali al pianoforte, Mauro Gavini al contrabbasso e Giulio Caneponi alla batteria. Il gruppo ha recentemente collaborato alla colonna sonora del film vincitore dell’Orso d’oro al Festival di Berlino 2012 “Cesare deve morire”, diretto da Paolo e Vittorio Taviani.

PROGRAMMA: Joshua fought the battle of Jericho; Nobody knows the troubles i’ve seen; Shalom; Amen.

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Adaline Anobile (CH): È nata a Ginevra. Dopo aver ottenuto il diploma di Master in design tessile presso la Scuola nazionale superiore delle arti visive La Cambre di Bruxelles, nel 2008 intraprende la sua formazione di danza e coreografia presso la School of New Dance Development di Amsterdam, seguendo l’insegnamento di Susan Rethorst, Robert Steijn e di Gonnie Hegger. Continua oggi la sua ricerca sulla performance e sulla danza contemporanea sviluppando una riflessione sui gesti, i loro ostacoli e i loro contrari e i rapporti che questi intrattengono con la durata e il pensiero attraverso l’immediatezza del corpo. Nel 2008 Adaline Anobile incontra la coreografa Martin Nachbar e collabora alle opere Living Room e Nach Hause (2011). Partecipa oggi a diverse collaborazioni negli Stati Uniti, in Germania e in Svizzera. Ha ottenuto una borsa danceWEB 2010 sotto la direzione di Sarah Michaelson e Yasuko Yokoshi al Festival Impulstanz Vienna.

BLACK MOUNTAIN String Quartet: Formato nel 2013, si ispira al Black Mountain College, famoso college d’arte sperimentale del North Carolina dove si svilupparono le idee del movimento artistico Fluxus e di compositori quali J. Cage, M. Feldman, La Monte Young. Il Black Mountain College ha avuto un corpo insegnante che comprendeva i massimi artisti visivi, poeti e designer americani del dopoguerra. Fu una scuola di discipline artistiche fondata sul concetto di educazione progressiva, un esperimento di istruzione per gli artisti e gli scrittori che lo hanno guidato e un incubatore importante per l’avanguardia americana.

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Sària Convertino (IT): Nasce a Mottola nel 1987. Inizia gli studi sulla fisarmonica a piano all’età di 8 anni, per poi passare nel 2005 allo studio del bayan, sistema cromatico, sotto la guida del M° Massimiliano Pitocco presso il Conservatorio S. Cecilia di Roma, dove si diploma con Lode nel 2008. Nel marzo 2011 si laurea al Biennio Specialistico con Lode e Bacio accademico presso lo stesso Conservatorio. Ha tenuto concerti in qualità di solista e ha partecipato a numerosi concorsi regionali e nazionali aggiudicandosi il primo posto. Tra i concorsi internazionali, nel 2003 è stata scelta per rappresentare l’Italia al Trofeo Mondiale C.M.A. (junior) per poi partecipare in Ungheria alla selezione finale aggiudicandosi il primo posto alla Coupe Mondiale Junior. È docente al Conservatorio S. Cecilia di Roma ai Corsi Pre-Accademici, e al Liceo Musicale D. Cotugno di L’Aquila.

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Alfredo Mola (IT): Comincia gli studi musicali all’età di quattro anni prima con il violino e il pianoforte, poi con il violoncello, studiando a Napoli con G. Caramia, a Firenze con A. Nannoni, a Roma con J. Schultis, all’Accademia Walter Stauffer di Cremona con R. Filippini e a Vienna con C. Stradner. Ha collaborato, tra le altre, con l’Orchestra A. Scarlatti di Napoli, l’Orchestra del Teatro Lirico di Bergamo, l’Orchestra Sinfonica di Roma, la Symphonica Toscanini e l’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Attualmente collabora con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia a Roma. Nell’aprile 2005 è stato l’unico italiano a essere ammesso alle finali delle selezioni dell’Orchester Akademie des Bayerischen Rundfunks. Collabora frequentemente con organici cameristici di qualsiasi formazione con musicisti quali L. Piovano, L. Borrani, G. Fuga e S. Mingardo. Collabora frequentemente anche con ensemble di musica contemporanea riscuotendo una gratificante approvazione da parte di alcuni nomi del panorama musicale contemporaneo come F. Vacchi e L. Berio.

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Riccardo Savinelli (IT): Si diploma in viola presso il Conservatorio Guido Cantelli di Novara. Si perfeziona presso l’Accademia Stauffer di Cremona con B. Giuranna. In seguito si trasferisce in Belgio e si laurea presso l’Università di Gent sotto la guida del virtuoso russo M. Kugel. Parallelamente si laurea in Filosofia presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro, con il prof. L. Bottani e una tesi in Filosofia della Musica su V. Jankélévitch. Collabora con diverse orchestre e continua ad approfondire il repertorio cameristico e sinfonico perfezionandosi con musicisti quali S. Braconi, D. Waskiewicz e G. Karni. Dal 2004 ricopre il ruolo di Prima Viola dell’Orchestra Sinfonica di Roma, con la quale ha avuto la possibilità di approfondire il grande repertorio sinfonico, esibendosi anche in veste di solista come per il Don Quixote di Strauss e il Sesto concerto Brandeburghese di Bach. Grande appassionato di letteratura e di libri, ha di recente pubblicato alcuni suoi racconti presso Giulio Perrone Editore e collabora con la rivista “Allegro con brio” per la quale scrive articoli di musica e filosofia.

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Mervit Nesnas (IT): Italiana di origini austro-persiane nasce nel 1983 in Transylvania. Intraprende lo studio del violino all’età di cinque anni. Prosegue gli studi presso il Conservatorio di Budapest e successivamente nel Conservatorio della sua città, Cluj-Napoca, sotto la guida di M. Persa. Nel 1996 si trasferisce a Roma e continua la sua formazione al Conservatorio S. Cecilia di Roma con C. Grasso. A Roma si è esibita regolarmente in diverse sale da concerto e istituti prestigiosi come Parco della Musica, Accademia Filarmonica Romana, Auditorium della Conciliazione, Accademia di Ungheria, Palazzo del Quirinale, Campidoglio, Basilica di S. Pietro, Oratorio del Gonfalone, Villa Celimontana, Accademia di Romania. Con i Cameristi di S. Cecilia si esibisce in tournée in Belgio, Egitto, Finlandia, Cina, Russia, Stati Uniti. Dedica molto del suo lavoro alla musica da camera collaborando con musicisti come E. Dindo e U. Ughi e con altre formazioni quali duo, trio e quartetto. Recentemente si è esibita in occasione del Giubileo della Regina Elisabetta d’Inghilterra e presso l’Ambasciata Svizzera a Roma.

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Cristiano Serino (IT): Nato a Roma nel 1973, frequenta il Conservatorio S. Cecilia di Roma diplomandosi in Violino sotto la guida di A. Redditi, in Composizione studiando con T. Procaccini e L. Pelosi, e in Direzione d’Orchestra presso il Conservatorio di Latina. Ha frequentato diverse Master Class di composizione con compositori illustri quali L. Andriessen, I. Fedele, D. Lang, A. Corghi, A. Guarnieri. Nel 1999 conosce H. Werner Henze con il quale studierà regolarmente frequentando La Leprara di Marino.
La sua musica è stata eseguita in spazi prestigiosi in Italia quali Biennale di Venezia, Teatro dell’Opera di Roma, Fondazione Arena di Verona, Auditorium Parco della Musica, Palazzo delle Esposizioni di Roma e Oratorio del Gonfalone di Roma, Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli, Dolomiti Musica Festival, Incontri Europei di Bergamo e in numerose città all’estero. Le sue composizioni sono state trasmesse da Rai Radio3 e da altre emittenti radio italiane e straniere. Ha insegnato armonia e analisi musicale, composizione, orchestrazione e improvvisazione nei conservatori di Ferrara, Cosenza, Latina, Castelfranco Veneto e Salerno. Attualmente tiene i corsi di armonia e analisi al Conservatorio di Benevento.

Anna D'Errico Portrait1Anna d’Errico (IT): Il repertorio di Anna D’Errico spazia dal classicismo alla musica d’oggi, alla quale dedica uno speciale interesse che l’ha portata a stabilire un rapporto di collaborazione con alcuni dei più interessanti compositori della scena attuale. È invitata regolarmente ad apparire in numerose sale da concerto internazionali e a prendere parte a incisioni discografiche. Ha lavorato con compositori quali Helmut Lachenmann, Salvatore Sciarrino, Enno Poppe, Georges Aperghis, Brian Ferneyhough, Beat Furrer, Rebecca Saunders, Heinz Holliger, e con direttori quali Peter Eötvös, Lucas Vis e Matthias Pintscher. Collabora con Algoritmo ensemble sotto la direzione di Marco Angius; è membro fondatore di Ensemble Interface e conta apparizioni con Ensemble Modern e Ensemble Linea. Come docente specializzata in tecniche e repertorio contemporaneo prende parte regolarmente a workshop per compositori e perfomer in Italia e all’estero, e a laboratori educativi interdisciplinari tra musica e altri linguaggi. È stata nominata Creator in Residence per il 2013 presso il Tokyo Wonder Site.

DavePhillips_3Dave Phillips (CH): tra i padrini della musica estrema svizzera sin dagli anni 80 e membro dello storico collettivo Schimpfluch-Gruppe, Dave Phillips lavora a cavallo tra performance in piena tradizione azionista e conturbanti field recordings.

a_guhl2Andy Guhl (CH): fondatore negli anni 70 del duo Voice Crack, Guhl rappresenta una delle avventure più coraggiose dell’avanguardia europea, mescolando retroterra free a studi ed esperimenti di ispirazione concrète.

tehoteardoTeho Teardo (ITA): imprescindibile figura dell’underground italiano sin dagli anni 80, Teho Teardo è anche uno dei più rispettati compositori di colonne sonore per il cinema. Per il centenario dell’Arte dei Rumori eseguirà dal vivo una versione remixata di “Oh”, brano originariamente composto per sedici intonarumori (i generatori di suoni inventati a inizi 900 dallo stesso Luigi Russolo) per il progetto di Luciano Chessa “Orchestra d’Intonarumori Futuristi”, eseguita per la prima volta a Performa 09 dal T.R.I.O. del Conservatorio di Trento, più una selezione di composizioni inedite.

skullflowerSkullflower (UK): sigla storica dell’underground britannico, gli Skullflower furono e restano i portabandiera dell’estetica Broken Flag, etichetta che sin dagli anni 80 incrociò gli aspetti più crudi della cosiddetta musica industriale con approcci di matrice chitarristica quando non rock.

cut-handsCut Hands (UK): al confine tra elettronica, reiterazioni tribali e primitivismo rumorista, Cut Hands è il più recente progetto del musicista inglese William Bennett. Attivo sin dai primi 80 sotto la sigla Whitehouse, Bennett è forse il nome più influente negli sviluppi dell’odierna «musica per rumori» extracolta.

aarondilloway2Aaron Dilloway (USA): probabilmente il più importante noise artist dell’ultimo decennio, Dilloway fu tra i fondatori del gruppo Wolf Eyes ed è ora impegnato in una carriera solista a base di elettronica analogica, nastri e loop.

Celine_PortraitCéline Hänni (CH): Dopo aver conseguito gli attestati di fine studio di arpa e canto al Conservatorio popolare di musica di Ginevra, Céline Hänni entra nel Conservatorio superiore di Losanna nella classe di arpa di Chantal Mathieu, dove ottiene un diploma per l’insegnamento. Unitamente a diverse esperienze d’orchestra e d’insegnamento, perfeziona la sua formazione nel canto nella classe di Danielle Borst al Conservatorio superiore di Ginevra. Musicista indisciplinata, si appassiona alla sperimentazione vocale attraverso tradizioni e stili molto diversificati. Parallelamente all’interpretazione del repertorio del XX secolo e alla creazione d’opere contemporanee, pratica musica d’improvvisazione. Curiosa esploratrice tra le arti, ama associare le sue esplorazioni sonore al teatro e alle arti grafiche.

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Rudy Decelière (FR): Nato nel 1979 a Tassin-la-Demi-Lune, vive e lavora a Ginevra. Esplora l’arte sonora principalmente attraverso l’installazione, proponendo sia spazi esterni che interni, in una relazione perpetua con i loro ambienti, i loro elementi architettonici e i loro paesaggi sonori nativi (Archipel 2003, Bex & Arts 2011, Abbatiale de Bellelay 2012, Museo Jenisch 2013). Dalla sua esperienza parallela di fonico per il cinema e sound designer per componimenti interdisciplinari, derivano molteplici riflessioni intorno al suono, i suoi spazi e i rapporti o limiti che quest’ultimi intrattengono con la musica dando vita a performance e opere multipista diffuse in contesti predefiniti. Arricchito dalle sue esperienze cinematografiche, Rudy Decelière lavora principalmente sulla base di suoni concreti resi a volte astratti, mettendo così in gioco il limite percettivo dell’ascoltatore.

Denis_Schuler.02.squareDenis Schuler (CH): Compositore, musicista e curatore, Denis Schuler esplora il terreno musicale. Trae materiale da ambiti vari come la musica tradizionale, l’improvvisazione e la cosiddetta musica colta occidentale, mette a confronto e riunisce influenze multiple e rende possibile l’emergere di un discorso personale. Attraverso lo studio del ritmo e della materia sonora, il suo lavoro esplora le condizioni limite dell’ascolto, in particolar modo in direzione del silenzio. La musica proposta da Denis Schuler fa appello a una particolare capacità di concentrazione dove l’orecchio deve spesso tendersi per captare il soffio e i rumori. Propone spazi ricettivi sonori che permettono ai musicisti di riconsiderare il rapporto con gli ascoltatori e a questi ultimi di intravedere la possibilità di un differente tipo di ascolto. Nato a Ginevra, Denis Schuler studia batteria privatamente, poi percussione classica al Conservatorio superiore di Ginevra dove ottiene il diploma per l’insegnamento. Studia in seguito composizione con Nicolas Bolens, Eric Gaudibert, Michael Jarrell e Emanuel Nunes.

Noémie_Etienne

Noémie Etienne (CH): Storica dell’arte, vive e lavora tra Ginevra, Zurigo e New York. Ha scritto una tesi di dottorato dal titolo La restauration des peintures à Paris, pubblicata presso Presses Universitaires de Rennes nel 2012. Le sue ricerche vertono sui legami tra cultura visuale e cultura materiale, sulla nozione d’oggetto, sui rapporti tra teorie e pratiche, storia dell’arte e antropologia o ancora tra arte, scienza e artigianato. Cofondatrice del festival interdisciplinare nomade Eternal Tour (www.eternaltour.org), ha in progetto al momento una residenza presso la sede de Il Cairo della Pro Helvetia.

Anna Spina PortraitAnna Spina (CH): Nata nel 1971 a Berna, studia viola ai conservatori di Berna e Zurigo. È grande interprete di musica contemporanea e musicista estremamente innovatrice e varia. Senza rinnegare le sue radici classiche, lavora negli ambiti più differenti: ha suonato come membro o musicista in numerosi ensemble rappresentative del panorama svizzero della musica contemporanea, tra cui Collegium Novum Zurich, Contrechamps Genève, quatuor Kairos Berlin, NEC La Chaux de Fond. Si interessa alla musica microtonale e spettrale e studia le scale di suono nella musica araba (con il violinista egiziano Abdou Dagher). Preferisce lavorare sempre le sue interpretazioni con i compositori e le compositrici, collaborando fra gli altri con Georges Aperghis, Giorgio Netti, Michel Roth, Elena Mendoza, Eric Gaudibert, Salvatore Sciarrino, Alfred Zimmerlin e Manos Tsangaris, e il suo repertorio spazia dal XX al XXI secolo. Anna Spina ha così realizzato numerose opere e si è esibita come solista e musicista da camera in festival internazionali. Ha pubblicato un CD di opere da solista con le etichette NEOS e Grammont.

19:00 e 20:30

ingresso libero fino a esaurimento posti

Il concept della serata nasce da una riflessione sui dodici bunker che Mussolini fece costruire negli anni Trenta nel sottosuolo romano, intesi come gli emblemi dei luoghi invisibili che abitano le città. I bunker sono un pretesto per pensare lo spazio come il prodotto di fattori politici, sociali, culturali e mentali. La struttura in cemento dagli angoli smussati, le porte blindate, i filtri d’aria che rendono questi luoghi impermeabili testimoniano l’esacerbazione della paura dell’altro. I bunker possono diventare il vettore di un capovolgimento teorico. Considerarli “in negativo” significa immaginare un territorio convesso, senza muri, un’area di condivisione senza limiti e senza frontiere, una zona autonoma, mobile, reale, esistenziale o immaginaria. L’Ensemble Vide scende quindi sotto terra e attualizza la problematica del vuoto, partendo dall’incontro con il nascosto. Il progetto mescola arte e scienza, creando nuove connessioni sviluppate nella tempistica di uno spettacolo: danza, musica, conferenza e installazione incontrano il pubblico nel sottosuolo.

Sotterranei del Chiostro del Bramante, via della Pace, 5 – ingresso da via della Volpe, snc

Concezione Ensemble Vide, a cura di Denis Schuler

Performer: Adaline Anobile (danza & performance), Sària Convertino (fisarmonica), Rudy Decelière (installazioni sonore), Lucia Piccioni (storica dell’arte). Consulenza: Noémie Etienne (storica dell’arte).

Con la collaborazione tecnica di AMEG

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Lucia Piccioni (IT): Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne presso l’università degli studi di Macerata, ottiene un Master 2 in storia dell’arte presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi dove tutt’ora prosegue un dottorato di ricerca in cotutela con la Scuola Normale Superiore di Pisa. Le sue ricerche sui legami tra arte e politica e sul concetto di autonomia dell’arte hanno come oggetto, in particolare, le implicazioni identitarie del paesaggio e della rappresentazione della figura umana durante il regime fascista italiano (1922-1943). È stata ricercatrice presso l’Institut National d’Histoire de l’Art (INHA, 2008-2012) di Parigi e ha avuto diversi incarichi d’insegnamento di storia dell’arte all’università della Sorbona-Paris I.

ore 19:00 / ingresso libero

Il concerto si svolge nella Piazza dell’Immacolata nel quartiere di San Lorenzo a Roma per inserirsi nella realtà multipla dello spazio pubblico collettivo dove, in una moltitudine di storie parallele, le persone si incontrano, discutono, suonano, cantano, mangiano, vanno e vengono. Per questo sono mescolati più gruppi e più stili in diversi punti, alternando musica classica, corale, gospel, musica popolare e jazz, per testimoniare così la diversità che ci circonda. La spazializzazione dei musicisti e la disorganizzazione presunta della formazione modificano l’ascolto: mentre alcuni musicisti suonano nella piazza, altri alle finestre e sui tetti, i suoni percepiti da una parte e dall’altra dello spazio pubblico si combinano e si spostano. Si svela quindi l’architettura dei palazzi, creando una vera scenografia per questo spettacolo aperto a tutti coloro che passano nella piazza. Allestimenti e scenografie sono ideati dagli architetti Susann Vécsey e Christoph Schmidt.

Piazza dell’Immacolata – San Lorenzo, Roma

A cura di Denis Schuler

Programma: Klaus Badelt, Marco Cecilia, Georg Friedrich Haendel, Camille Saint-Saëns, tradizionale irlandese, cori gospel e improvvisazioni.

Allestimenti e scenografie:
Susann Vécsey & Christoph Schmidt (CH): Cerchi bianchi da 1m di diametro vengono sparsi attorno a Piazza dell’Immacolata. Questo intervento estetico attrae l’attenzione dei passanti verso l’evento in corso. Allo stesso tempo i cerchi offrono uno spazio dove sedersi ed ascoltare. Possono essere spostati e riposizionati all’interno dello spazio pubblico; galleggiano liberi tanto quanto i musicisti e gli ascoltatori.

chessex1Antoine Chessex (CH): compositore e sound artist il cui lavoro spazia dai lavori per ensemble strumentali alle installazioni, è tra i fondatori del gruppo svizzero Monno e risiede ora a Berlino.

14:30 / ingresso libero
Cosa causano al corpo e allo spirito delle note musicali ripetute per più ore? Come si sviluppa il ricordo di una melodia? Si ha la capacità di restare concentrati su dei musicisti per trecento minuti? Nel 1983 il compositore americano minimalista Morton Feldman scrive il suo secondo quartetto a corde. In un movimento unico e senza pause, della durata di cinque ore circa, la composizione di Feldman impone un nuovo dispositivo e indaga la sensibilità del pubblico all’ascolto prolungato. La resistenza dei musicisti alla fatica si affianca all’abbandono dell’ascoltatore che perde la nozione del tempo e si ritrova a vivere un’esperienza al rallentatore in uno spazio aperto tanto al movimento quanto alla meditazione. Questo esperimento sonoro verrà eseguito dal Black Mountain String Quartet nella Sala Ricevimenti della Villa Maraini, riallestita per l’occasione dagli architetti Christoph Schmidt e Susann Vécsey.

Istituto Svizzero di Roma
Ingresso via Ludovisi 48


A cura di Denis Schuler

Black Mountain String Quartet: Cristiano Serino (violino I), Mervit Nesnas (violino II), Riccardo Savinelli (viola), Alfredo Mola (violoncello).
Programma: Morton Feldman, Quatuor No.2 (1983)

Allestimenti e scenografie:
Susanne Vécsey & Christoph Schmidt (CH): Per una volta il piano nobile di Villa Maraini si riempie di vita. Diversi elementi d’arredo di tutte le stanze principali creano spazi adatti a trascorrere un intero sabato pomeriggio all’ascolto del quartetto d’archi, leggendo libri e sorseggiando del the o addirittura sdraiandosi per riposare dopo pranzo. Nella sala centrale la scultura realizzata per l’occasione, consistente in quattro sedie interconnesse, vuole essere più un piedistallo per i musicisti che un palcoscenico. Dal primo pomeriggio fino a dopo il tramonto, una semplice lampadina lievemente illuminata è sospesa sopra i musicisti. Rappresenta un punto di costante concentrazione durante queste ore di contemplazione.

21:00–22:00–23:00

ingresso libero fino a esaurimento posti

Un black out volontario. Il nero totale. I corpi sonori riempiono delicatamente lo spazio in tutti gli angoli e interstizi. Quali sono i punti di riferimento? Come orientare l’ascolto? Se non si vedono i musicisti nello spazio in cui suonano, la percezione della musica diventa globale e si costituisce un “mondo sonoro”. Tutto fa parte dell’esperimento, non ci sono più parassiti o rumori, c’è un’estensione dell’ascolto. Si sente la respirazione, i silenzi compongono le note e la parola s’incarna. Partendo da un repertorio misto che include musica contemporanea, musica popolare e improvvisazione, Anna D’Errico, Céline Hänni, Denis Schuler e Anna Spina sperimentano il luogo attraverso l’udito e sviluppano una forma del tutto originale di concerto. I quattro musicisti suonano tre volte, tre repertori differenti per un’unica esperienza sensibile.
L’esperienza musicale così concepita elimina la vista per concentrarsi sulla sperimentazione dello spazio attraverso il suono anche grazie all’allestimento della sala ideato dagli architetti Susann Vécsey e Christoph Schmidt, membri ISR 2012/13.

Istituto Svizzero di Roma – Sala Elvetica
Ingresso via Ludovisi 48


Concezione Ensemble Vide, a cura di Denis Schuler
Ensemble Vide: Anna D’Errico (piano), Céline Hänni (voce), Denis Schuler (diffusione), Anna Spina (viola)

Musiche di: Georges Aperghis, John Cage, Eva Cveta, Claude Debussy, Morton Feldman, Olivier Messiaen, Kurt Schwitters, Jürg Wittenbach

Allestimenti e scenografie:
Susanne Vécsey & Christoph Schmidt (CH): Hanno fondato il loro studio di architettura ‘Vécsey Schmidt Architekten’ a Basilea nel 2007. Oltre a progetti di edifici e concorsi, lavorano anche su temi legati alla teoria dell’Architettura.
Attraverso un incrocio volumetrico le colonne esistenti, sovradimensionate, si uniscono in un’unica grande scultura bianca all’interno dell’ambiente. L’intervento unifica lo spazio e non lo divide, come potrebbe invece sembrare. Il pubblico del concerto, completamente al buio, può sdraiarsi o sedersi sulla scultura mentre i musicisti possono muoversi attorno a loro in tutte le direzioni.

dieschachtelDie Schachtel (ITA): etichetta discografica nata a Milano nel 2003, Die Schachtel si è rapidamente imposta come una delle sigle di riferimento nel panorama dell’avanguardia e della sperimentazione sia colta che non. Per TAM TUUMB! i suoi fondatori Fabio Carboni e Bruno Stucchi sonorizzeranno gli ambienti dell’Istituto Svizzero ricorrendo a un catalogo che pesca tanto tra ristampe storiche quanto tra nuovi protagonisti della musica sperimentale internazionale.

PortraitS+C
Susanne Vécsey & Christoph Schmidt (CH): Hanno fondato il loro studio di architettura ‘Vécsey Schmidt Architekten’ a Basilea nel 2007. Oltre a progetti di edifici e concorsi, lavorano anche su temi legati alla teoria dell’Architettura.

Allestimenti e scenografie:
Con un intervento semplice, il disegno a tutta altezza di lettere sulle colonne esistenti, il loro intervento di separazione viene dissolto in favore dello spazio complessivo. Le lettere si riferiscono al titolo del concerto, preso da un brano di poesia del futurista italiano Filippo Tommaso Marinetti.

16:30 – 24:00 / ingresso libero
Nell’ambito di Syncope, un programma musicale in cinque appuntamenti dedicato alle esperienze artistiche contemporanee che rompono il cerchio dell’armonia e della tradizione, l’Istituto Svizzero di Roma presenta domenica 24 marzo il progetto TAM TUUMB!, una serie di live set e performance in occasione del centenario dalla pubblicazione de “L’arte dei rumori” di Luigi Russolo.

Nel 1913 il futurista Luigi Russolo pubblicava il manifesto “L’arte dei rumori”. Per Russolo era tempo di «rompere il cerchio ristretto dei suoni puri e conquistare la varietà infinita dei suoni-rumori» il cui potere, secondo il compositore, era «di richiamarci immediatamente alla vita stessa». Fu un’intuizione che anticipò molti sviluppi della musica del Novecento e che aprirà la strada a un’infinità di movimenti e correnti, dalla musique concrète alla musica industriale, fino ad arrivare alle contemporanee forme di noise music.

In particolare dall’inizio degli anni 2000 in poi, i circuiti più eretici delle musiche underground hanno visto un autentico rinascimento noise, il cui impatto resta senza precedenti negli equilibri delle nuove sonorità extracolte, siano esse di matrice elettronica, rock, o genericamente sperimentale. E il nome di Russolo è proprio lì, riverito e omaggiato da una generazione di musicisti che l’Arte dei Rumori l’ha portata alle estreme conseguenze: rileggendola, reinventandola, perché no tradendola. A cent’anni dalla pubblicazione di uno dei manifesti più influenti della storia della musica, TAM TUUMB! è l’occasione per fare il punto su un fenomeno vivace e dalle ricadute imprevedibili sulle vicende musicali del nuovo millennio, e insieme omaggiare uno dei più rivoluzionari, visionari e lungimiranti padrini dell’avanguardia italiana, tanto rispettato all’estero, quanto curiosamente ancora poco riconosciuto in patria.

L’idea è quella di recuperare i punti elencati da Russolo stesso nel suo manifesto del 1913, e vedere come i musicisti di ultima e penultima generazione hanno saputo reinterpretarli, giungendo a soluzioni spiazzanti ed esiti che esulano dal semplice rumorismo, per riprendere lo spirito autentico che già fu del futurista italiano: quello cioè di «arricchire gli uomini di una nuova voluttà insospettata». Secondo Russolo, «l’arte dei rumori non deve limitarsi a una riproduzione imitativa. Essa attingerà la sua maggiore facoltà di emozione nel godimento acustico in se stesso, che l’ispirazione dell’artista saprò trarre dai rumori combinati».

Russolo individuava una lunga serie di famiglie di rumori, per uno spettro sonoro che va dai «rombi, tuoni, scoppi» alle «voci di uomini e di animali». Di queste famiglie abbiamo individuato gli eredi a nostro giudizio più originali, interessanti o influenti da un punto di vista storico, alternando percorsi in alcuni casi già storicizzati ad altri ancora in divenire, e incrociando esperienze provenienti da luoghi, bagagli e tempi differenti.

FISCHI, SIBILI, SBUFFI
Aaron Dilloway (USA): probabilmente il più importante noise artist dell’ultimo decennio, Dilloway fu tra i fondatori del gruppo Wolf Eyes ed è ora impegnato in una carriera solista a base di elettronica analogica, nastri e loop.

ROMBI, TUONI, SCOPPI, SCROSCI, BOATI
Cut Hands (UK): al confine tra elettronica, reiterazioni tribali e primitivismo rumorista, Cut Hands è il più recente progetto del musicista inglese William Bennett. Attivo sin dai primi 80 sotto la sigla Whitehouse, Bennett è forse il nome più influente negli sviluppi dell’odierna «musica per rumori» extracolta.
Skullflower (UK): sigla storica dell’underground britannico, gli Skullflower furono e restano i portabandiera dell’estetica Broken Flag, etichetta che sin dagli anni 80 incrociò gli aspetti più crudi della cosiddetta musica industriale con approcci di matrice chitarristica quando non rock.

STRIDORI, SCRICCHIOLII, FRUSCII, RONZII, CREPITII, STROPICCII
Teho Teardo (ITA): imprescindibile figura dell’underground italiano sin dagli anni 80, Teho Teardo è anche uno dei più rispettati compositori di colonne sonore per il cinema. Per il centenario dell’Arte dei Rumori presenterà in anteprima assoluta un live mixing di OH, brano composto per sedici intonarumori (i generatori di suoni inventati a inizi 900 dallo stesso Luigi Russolo) più una selezione di composizioni inedite.
Andy Guhl (CH): fondatore negli anni 70 del duo Voice Crack, Guhl rappresenta una delle avventure più coraggiose dell’avanguardia europea, mescolando retroterra free a studi ed esperimenti di ispirazione concrète.

VOCI DI ANIMALI E DI UOMINI
Dave Phillips (CH): tra i padrini della musica estrema svizzera sin dagli anni 80 e membro dello storico collettivo Schimpfluch-Gruppe, Dave Phillips lavora a cavallo tra performance in piena tradizione azionista e conturbanti field recordings.

BISBIGLI, MORMORII, BORBOTTII, BRUSII, GORGOGLII
Antoine Chessex (CH): compositore e sound artist il cui lavoro spazia dai lavori per ensemble strumentali alle installazioni, è tra i fondatori del gruppo svizzero Monno e risiede ora a Berlino.

Sonorizzazioni d’ambiente:
Die Schachtel (ITA): etichetta discografica nata a Milano nel 2003, Die Schachtel si è rapidamente imposta come una delle sigle di riferimento nel panorama dell’avanguardia e della sperimentazione sia colta che non. Per TAM TUUMB! i suoi fondatori Fabio Carboni e Bruno Stucchi sonorizzeranno gli ambienti dell’Istituto Svizzero ricorrendo a un catalogo che pesca tanto tra ristampe storiche quanto tra nuovi protagonisti della musica sperimentale internazionale.

Allestimenti e scenografie:
Susanne Vécsey & Christoph Schmidt (CH): Hanno fondato il loro studio di architettura ‘Vécsey Schmidt Architekten’ a Basilea nel 2007. Oltre a progetti di edifici e concorsi, lavorano anche su temi legati alla teoria dell’Architettura.

Con un intervento semplice, il disegno a tutta altezza di lettere sulle colonne esistenti, il loro intervento di separazione viene dissolto in favore dello spazio complessivo. Le lettere si riferiscono al titolo del concerto, preso da un brano di poesia del futurista italiano Filippo Tommaso Marinetti.

 

PortraitS+C

Allestimenti e scenografie:
Susann Vécsey & Christoph Schmidt (CH): Hanno fondato il loro studio di architettura ‘Vécsey Schmidt Architekten’ a Basilea nel 2007. Oltre a progetti di edifici e concorsi, lavorano anche su temi legati alla teoria dell’Architettura.